venerdì 8 maggio 2009

EUTANASIA..FATTORE DI SENSIBILITA' E DI COMPRENSIONE



E’ ormai di periodica abitudine assistere a battaglie mediatiche in ambito di accanimento terapeutico e di eutanasia, specialmente quando l’occasione di discuterne porta il giornalismo a darne pubblicità!!
Non vi è però una totale mancanza di rispetto verso chi, purtroppo, è destinato a pagare una sofferenza inquantificabile e del tutto incomprensibile? A maggior ragione da parte di persone che cercano in tutti i modi di comprenderla e giustificarla col solo utilizzo della mente e della ragione!



Questi fenomeni infatti sono oggetto di vivo dibattito e al centro di accese controversie in ambito morale, religioso, legislativo, scientifico, filosofico, politico ed etico, ma forse nessuno, fra chi si contende questa triste causa, riesce a trarre qualche forma di maturità, dall’osservazione silenziosa di questi fenomeni: politici, uomini di fede, opinionisti, giornalisti che fanno di questa sofferenza un oggetto di pubblico dibattito.


Siamo a trasmettere così dei dati interessanti; essi emergono da un sondaggio dell'aprile 2006, pubblicato anche su Torino medica, l'organo ufficiale dell'Ordine provinciale dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della Provincia di Torino, avente come target infermieri (in maggioranza tra i 30 e i 40 anni, impiegati in reparti di terapia intensiva, lungo-degenza e chirurgia):


il 74% degli infermieri interpellati è favorevole alla "dolce morte" passiva
di cui l'83% anche a quella attiva

il 44% ha avuto diverse esperienze di pazienti che hanno chiesto espressamente e ripetutamente di morire perché venisse posto fine alle loro sofferenze atroci e senza speranza.

il 76% invoca il testamento biologico;

l'8% si dichiara disposto a praticare l'eutanasia anche illegalmente, senza richiesta esplicita del paziente

il 37% si dice disposto ad aiutare i pazienti a mettere fine a un calvario, anche ricorrendo al suicidio assistito.

il 76% degli infermieri credenti è favorevole all'eutanasia volontaria.

I risultati del sondaggio torinese confermano quelli emersi da un'indagine del Centro di Bioetica dell'Università cattolica di Milano, e di altri sondaggi:

il 4% dei rianimatori interpellati ha ammesso di praticare l'"iniezione letale" (illegalmente, sulla base di quello che dice loro la coscienza).

Il 92% degli italiani interpellati ritiene che sia necessario superare l'attuale normativa repressiva;
il restante 8% si dice contrario all'eutanasia.

Ricordiamo che gli intervistati sono le persone che vivono questa condizione in maniera più vicina, a stretto contatto con le vittime e i loro familiari e che sicuramente hanno più voce in capitolo rispetto a quelli che parlano da dietro una scrivania, da dietro un obiettivo o da un palcoscenico qualsiasi.
Ascoltiamoli in silenzio, senza nessun tipo di giudizio..non hanno dei concetti e delle ideologie da far valere, delle poltrone da mantenere o di padroni da accontentare, ma si muovono sulla libertà morale e di valutazione instita in loro, dovuta al sentimento più vero che nasce da una condizione così disagiata!! 

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