mercoledì 19 ottobre 2011

FILIPPINE: FREDDATO UN MISSIONARIO CHE SI BATTEVA CONTRO LO SFRUTTAMENTO DELLE MULTINAZIONALI

Un missionario del Pontificio Istituto Missioni Estere (Pime), padre Fausto Tentorio, 59 anni, da oltre 32 anni nelle Filippine, è stato assassinato lunedì mattina nell'isola di Mindanao mentre si preparava a partire dalla parrocchia di Nostra Signora del Perpetuo soccorso ad Arakan, in North Cotabato. 


Come ogni lunedì, aveva un incontro con i sacerdoti della diocesi nella casa del vescovo. L'assassino, che secondo testimoni indossava un casco e aveva il volto coperto, si è avvicinato a lui e lo ha ucciso con due colpi alla testa per poi fuggire a bordo di una motocicletta.

P. Tentorio lavorava da tempo fra i gruppi tribali della diocesi, in particolare con i Lumad, vivendo con loro. La sua evangelizzazione comprendeva anche l'impegno per garantire sopravvivenza e diritti a queste popolazioni derubate delle terre ed emarginate. Leonardo Revoca, ex parrocchiano di padre Tentorio e consigliere comunale ad Arakan ha sottolineato l'impegno del missionario per fermare la diffusione dell'industria mineraria, che sta distruggendo la vita delle popolazioni indigene.

L'associazione Kalikasan People’s Network for the Environment ricorda come padre Tentorio sia il sesto attivista anti-minerario assassinato dall'inizio dell'anno. “Il presidente Aquino porta avanti una guerra di bassa intensità contro individui e comunità che lavorano ad alternative di sviluppo comunitario, contrastando l'ingresso del capitale straniero nelle terre ancestrali degli indigeni”.

L'associazione dei popoli tribali Kusog sa Katawhang Lumad (Kalumaran) osserva che padre Tentorio aveva più volte criticato le massicce operazioni militari condotte nella regione contro la guerriglia maoista del New People's Army (Npa) e i movimenti di lotta contro gli espropri delle terre indigene a vantaggio delle multinazionali straniere.

Secondo un comunicato dei Missionari rurali delle Filippine (Rmp), di cui padre Tentorio era un attivo membro, “c'erano già state anni fa minacce alla sua vita da parte del gruppo paramilitare 'Bagani', che opera sotto la giurisdizione del 73° battaglione di fanteria dell'esercito”.Ad esempio lo scorso anno, nel corso del forum Philippine Ecumenical Peace Platform(PEPP) tenutosi a Davao Coty, p. Tentorio aveva dichiarato: “E' evidente che sono i militari a comandare in questo Paese grazie alla legge marziale. Finché i militari non si sottometteranno alla supremazia civile, non ci sarà pace per le comunità indigene.Inutile parlare di pace con il governo se poi i militari boicottano il dialogo. Senza un presidente capace di contrastarli è difficile immaginare un futuro migliore”.

Chiaro e duro anche il comunicato dell'associazione per i diritti umani Barug Katungod Mindanao: “Il presidente Benigno Aquino III si è sporcato le mani di sangue con l'esecuzione sommaria di un missionario cattolico, condotto nell'ambito dell'operazione militare Bayanihan, continuazione dell'assassina operazione Bantay Laya dell'amministrazione Arroyo. E' la stessa violenta politica statale di eliminazione fisica dei dissidenti”.

P. Fausto Tentorio è il terzo missionario del Pime ad essere ucciso nelle Filippine. Nel 1985 padre Tullio Favali è stato ucciso a Tulunan, nella diocesi di Kidapawan, da un gruppo di guardie private armate. Nel 1992, padre Salvatore Carzedda, impegnato nel dialogo con i musulmani, è stato ucciso a Zamboanga. Nel 2007, padre Giancarlo Bossi era stato rapito da un gruppo armato legato al governatore locale, rilasciato dopo oltre due mesi di cattività.

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