sabato 10 marzo 2012

VANDANA SHIVA AI GIOVANI ITALIANI: OCCUPATE LE TERRE COSI COME OCCUPATE LE PIAZZE

Mettere la terra nelle mani delle generazioni future è il primo passo, e se non lo faranno, seguendo la strada giusta, invito i giovani a occupare la terra così come stanno occupando le piazze. 

Così Vandana Shiva in una recente intervista pubblicata dal portale Navdanya International. Si discute di accesso alla terra e nello specifico della destinazione delle terre pubbliche, tra gli oggetti del decreto Cresci Italia che ne consente la vendita, mentre le associazioni degli agricoltori premono affinché siano affittate a costi agevolati ai giovani, per favorire il ricambio generazionale del settore primario italiano ed il rilancio dell’economia rurale. In Toscana il 40% degli agricoltori ha oltre 60 anni, il PIL dell’agroalimentare è di 3 miliardi di euro, con una posizione forte di vini ed oli sui mercati stranieri. Che fine farà questa ricchezza senza il passaggio del testimone alle giovani generazioni? 

Enrico Rossi, governatore della Toscana, propone di avviare una campagna di rivalutazione della figura dell’agricoltore partendo dalle scuole. Tornare alla terra. Ci pensa Rossi, ci pensano i greci, lo suggerisce Vandana Shiva. I Governi, dichiara, hanno fallito e dovrebbero ammettere il crollo del sistema economico attuale, rivolgendo questo messaggio ai giovani: 

Non abbiamo molto altro da darvi: abbiamo perso la capacità di darvi lavoro, sicurezza sociale e garantirvi un decente tenore di vita. Ma la terra ha ancora questa capacità, noi consegniamo le terre pubbliche agli agricoltori del futuro: provvedete a voi stessi. 

Ancora una volta Vandana Shiva ribadisce il profondo legame dell’umanità con la terra e le sue risorse, fonte di ricchezza, sostentamento, benessere, sviluppo sostenibile, equità sociale: 

Noi siamo legati alla Terra dal momento che ognuno riceve una giusta, equa e sostenibile parte di risorse: la biodiversità e i semi, il cibo che i semi ci procurano, la terra su cui possono crescere i cibi, l’acqua che scorre nei nostri fiumi e anche l’aria dell’atmosfera che respiriamo. La più grande sfida che dobbiamo fronteggiare oggi è quello che ho chiamato la rapina dei nostri beni comuni da parte delle multinazionali. I semi come beni comuni sono stati sottratti tramite la privatizzazione e brevettazione, l’acqua è stata privatizzata tramite leggi, la terra è stata privatizzata e rubata nei paesi poveri, in India, in Africa, ma anche nei paesi ricchi a causa dell’aggravarsi della crisi economica. Le vere forze che hanno generato la crisi, tramite una morte finanziaria, ora vogliono appropriarsi del benessere reale della società e del futuro, vogliono appropriarsi dell’acqua e della terra. Penso che in questo momento di crisi, di crisi economica, la terra è l’unico luogo in cui possiamo ritornare per ricostruire una nuova economia.Fonte: EcoBlog

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